La Finestra del Partito Nazionale Precari

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La Finestra del Partito Nazionale Precari

Il nostro Manifesto: “Essere parte del tutto per decidere e contare”

Abbiamo deciso di costituire questo soggetto politico per attuare i nostri diritti e difenderli da ogni oltraggio. Primariamente esso nasce dalle sciagurate politiche dei Tagli attuate nel mondo della scuola, tanto è che i soggetti fondatori del Partito Nazionale Precari, sono docenti della Scuola Pubblica Italiana e quindi protagonisti attivi, profondi conoscitori delle problematiche ad essa inerenti e pilastri fondamentali del sistema scolastico. Prendendo in considerazione la precarietà vissuta oramai da ogni famiglia e la “fragilità ed instabilità” del mondo del lavoro, elementi fondanti di ogni società, il Partito Nazionale precari pone al centro del sua ragione di essere: il lavoro e la famiglia.

Per una politica nuova

Viviamo in un Paese dove gli elettori non si sentono più rappresentati ne tantomeno rispettati dai partiti politici, così come si sono, nel tempo, configurati. La democrazia viene continuamente attaccata da soggetti politici che anziché essere rappresentanti delle esigenze del Paese agiscono separatamente e lontani dalla realtà che oggi si vive. Un elite protetta dalle leggi che emanano, dal linguaggio tecnico e dalla prassi burocratica degli amministratori e, in gran parte non compresa dalla generalità del pubblico. Essi rappresentino solo i loro interessi, dimentichi del ruolo che sono stati chiamati ad espletare. Come risposta al vilipendio dei diritti dei cittadini italiani e primariamente della Scuola pubblica nasce l’idea di divenire artefici della propria sovranità e di creare una politica diversa. Bisogna ripartire dal basso, dal soggetto politico in primis, dalla persona del cittadino, e riscrivere le regole della democrazia, abolire la concentrazione del potere ed i privilegi dei rappresentanti, cambiare la gestione delle istituzioni. Far nascere una nuova forza in grado di far valere il proprio peso in ambito pubblico e raccogliere e rilanciare i valori primari ed i beni comuni (lavoro e famiglia) della società.

La politica esercitata nei palazzi del potere rappresenta gli affari di casa propria e non quelli delle case del nostro Paese: le persone giovani e meno giovani, le donne, che non trovano sbocco lavorativo ai loro percorsi educativi; gli operai, che vedono violati i loro diritti dentro la fabbrica, i commessi intrappolati nella catena della distribuzione, i ceti medi del pubblico impiego, quelli della scuola, della sanità, dell’amministrazione pubblica, che in questi anni sono stati tartassati e disprezzati; i precari, vittime di una flessibilità selvaggia che ha tolto loro dignità e futuro, la rete dei microproduttori e del cosiddetto lavoro autonomo; gli anziani che con una misera pensione si sono ridotti alla fame. Tutti questi cittadini vengono manipolati nel palazzo del potere, spogliati dal contributo che essi danno al mantenimento dello Stato, derubati, resi sempre più poveri e umiliati.

Noi del partito Nazionale Precari vogliamo che tutti i cittadini si riapproprino della sovranità conferitegli dalla Costituzione, del potere di decisione e di salvaguardia dei propri diritti.

Partire dal basso, dal territorio in cui si vive.

Le decisioni vanno prese a livello territoriale (comune, regione) non altrove come, oggi avviene a: Bruxelles, a Francoforte, alla BCE, al MES, al ERF.

Vogliamo e Dobbiamo fermare il processo decisionale verso l’alto, e occuparci dei problemi del Paese Reale, decentrare il potere e adeguarlo alle situazioni sociali e locali del territorio. Avvicinare i cittadini e l’esercizio del potere per creare l’unione degli intenti e per realizzare insieme il bene comune. Creare una rete tra le diverse realtà, partendo dal nucleo principale: il territorio dove si vive. Curare il bene comune come se fosse il proprio e divenire, in tal modo: cittadinanza attiva.

L’impegno deve avvenire dentro e fuori le istituzioni, far sposare i diversi livelli democratici: quella rappresentativa e quella partecipativa. Interagire con le forze e i movimenti della società civile per realizzarne le esigenze, affrontarne le problematiche e aprire la strada alla soluzione in nome dell’egualitarismo e del vivere adeguato alla società di oggi.

Si vuole dar vita a un nuova relazione politica in quanto quella dei soggetti politici di oggi risulta essere inadeguata. Il Parlamento italiano è lontano dal Paese Reale. La democrazia rappresentativa necessita di una sua riforma interna e di una forma di democrazia partecipativa. Il sistema rappresentativo è l’unico che garantisce la partecipazione di tutti i cittadini, attraverso il voto, alla gestione del governo, ma ciò deve essere completato con una forma di democrazia partecipativa che renda la cittadinanza attiva nell’appropriarsi del bene comune. La società civile ha bisogno di interagire con la sfera politica che li rappresenta.

Vogliamo operare per cambiare il rapporto tra privato e pubblico. Il privato domina sempre di più, chiuso nelle proprie dottrine privatistiche e cieco di fronte al danno che arreca ai valori, consumi e strategie individuali e familiari. Inoltre, le politiche private individualistiche si riflettono nell’ambiente, e ledono, in modo irreversibile, l’ambiente in cui viviamo. La visione ecologica del mondo incentrata sull’interesse comune può condurre alla salvaguardia ambientale e sociale. La salvaguardia del pianeta non deve essere affidata esclusivamente alla logica guidata dal tasso di profitto immediato senza tener conto della scarsa qualità della vita che ne deriva.

Vogliamo cambiare la partecipazione alla vita democratica, ridurre la discrezionalità delle scelte politico-amministrative, rendere le istituzioni organi tali da accogliere in modo più circostanziato le decisioni e le istanze partecipative dei cittadini. Creare “tavole di discussione cittadina” su questioni locali e nazionali, affrontare di volta in volta i temi proposti, presentare le proposte al “tavolo madre” per attualizzarle. Questo è solo un esempio di democrazia partecipativa , di trasparenza e responsabilità.

Noi non vogliamo più accettare un modello incentrato sulla stretta identificazione di “sfera pubblica” e di “sfera politica” come unico modello legittimo della propria voce di cittadino. I partiti sono luoghi di mediazione fra la società e le istituzioni politiche, espressione democratica di principi quali la solidarietà, l’eguaglianza, la pari dignità, la trasparenza.

Noi vogliamo muovere dai fondamenti costituzionali per creare nuovi modelli di partecipazione politica, fondati sulla vera forma democratica di uno Stato.

Il Partito Nazionale Precari mette al centro il concetto della partecipazione attiva.

I partiti di oggi sono chiusi nei propri privilegi e separati dal resto dal paese Reale, noi vogliamo apertura non chiusura, fronteggiare le questioni del Paese conoscendone le problematiche ed affrontandole insieme in un visione del potere e dell’esercizio del governo, non più verticistica ma orizzontale: “parte del tutto, per il bene comune”

Vogliamo dar vita a una struttura non piramidale ma confederale, con un coordinamento regolare che attraversa il territorio nazionale, dal comune, alle regioni, al Parlamento: superare la separatezza, far convergere e intrecciare le diversità, condivisione, sono queste le parole chiavi del nuovo modo di fare politica, insieme a quelle del rifiuto della gestione clientelare delle risorse e alla non trasparenza delle stesse.

Vogliamo:

-Trasparenza, semplificazione della burocrazia, potere distribuito non accentrato, al servizio dei cittadini, eguaglianza di genere, direzione e coordinamento collettivo.

-Rottura del modello europeo “privatista” che lede lo stato sociale, la dignità e la sicurezza del lavoro. Centralità dei beni comuni, la loro inalienabilità.

-Democrazia rappresentativa e partecipata per realizzare una società civile, accogliere e rispettare i veri bisogni dei cittadini: “siamo parte del tutto”.

-Vogliamo costruire un soggetto politico che determini un cambiamento radicale, costruisca alleanze e mediazioni, rispetti i diritti e renda inviolabile la famiglia e il lavoro.


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